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Prima protagonista di questo racconto lungo, scritto nel 1921, è la natura della baia di Crescent, in Nuova Zelanda. È una natura che palpita ed è immaginifica: il mare vi sbadiglia, gli alberi hanno le braccia protese e i capelli arruffati, la nebbia ha fretta di sparire. Ecco la grandezza di Mansfield: riesce a creare scenari naturali - popolati da grossi pesci che guizzano davanti alle finestre, gatti sdegnati e pecore i cui belati echeggiano nei sogni dei bambini - tanto ricchi da giungere al limite dell'autosufficienza narrativa. E in questo materiale armonioso si incastonano alla loro maniera gli esseri umani, che provano a superare tutte le barriere e a vivere come "bisognava vivere: noncuranti, senza paura, dandosi per interi", ovvero allo stesso modo in cui l'autrice realizzò "Sulla baia", piccolo gioiello di cui disse "vi ho messo tutto il mio cuore e tutta la mia anima... fino alle ultime particelle".